venerdì 12 aprile 2013

SCIENZA E LIBERTA'

Audiovideo dell'intervento di Riccardo Nencini pronunciato mercoledì 10 aprile 2013, nel corso della discussione nell'aula del Senato sul decreto legge sulle staminali.

"Il dramma che vivono le famiglie che hanno figli o pazienti che si trovano ad affrontare uno stato drammatico che riguarda la loro salute, è la prima questione da portare all'attenzione di questo Parlamento. Il Ministero dovrebbe, innanzitutto, mettere a disposizione esperti di a sostegno di quelle famiglie". Inizia così l'intervento di Riccardo Nencini, segretario nazionale del Psi, in Aula al Senato, sulla discussione che riguarda l'utilizzo delle cellule staminali e l'esame del decreto-legge recante disposizioni urgenti in materia sanitaria. "Con questo provvedimento è possibile importare con atti semplici cellule dall'estero; si potrebbe stabilire una relazione con le banche dei tessuti che siano e sono già attive, nelle Regioni italiane. Un'altra questione delicata riguarda una parte del provvedimento dove si prevede che i pazienti che abbiano iniziato questo tipo di cure possano portarle a termine anche se il laboratorio di riferimento non sia stato autorizzato Si legge, tra le altre cose, che non vi sono dati sulla validità scientifica del metodo. Mi domando per quale motivo non vengano inseriti i pazienti trattati in un protocollo di ricerca che permetta un confronto scientifico ampio e consenta così a tutti un trattamento certificato. Sarebbe stato utile trasformare i casi in questione in un cluster di casi clinici tramite il quale condurre un progetto pilota con il consenso dei familiari. Peraltro, siamo in un contesto di malattie rare ed è necessario, anzi, è indispensabile affidarsi ai report. Il ricorso alle cure compassionevoli è sostenibile - continua il senatore socialista nel suo intervento. È vero che per 'Stamina Foundation' non porta condizioni di efficacia, ma è altrettanto vero che in altre circostanze, quotidianamente nella sanità italiana, gli ospedali ricorrono a cure compassionevoli per cercare di risolvere in sicurezza problemi clinici che non presentano soluzioni specifiche terapeutiche.
Deve essere allora il Parlamento - con lo scopo di ricomporre la frattura tra Sanità, studiosi ed organi dello Stato - ad entrare nel merito delle procedure per le terapie avanzate. È già stato detto che molto spesso il Parlamento e gli organi istituzionali sopravvengono a fronte di condizioni che la magistratura, o altre istituzioni, hanno già trattato a modo loro. Spesso noi interveniamo quando i buoi sono già scappati. I presupposti del dibattito - aggiunge Nencini - ci porterebbero invece a prevenire condizioni che potrebbero ormai essere alle nostre porte.
Sarebbe importante che il Parlamento riconducesse il problema ad AIFA e a ISS i quali, tramite il braccio operativo del Centro nazionale trapianti, potrebbero condurre una chiara operazione di supporto tecnico. Tutto questo favorirebbe anche una rapida analisi dei bisogni che una commissione centrale probabilmente non sarebbe in grado di esprimere.
L'ultima questione - sottolinea il segretario socialista - riguarda l'aspetto legato alla produzione delle staminali. Si stabiliva che le cellule staminali venissero prodotte in una struttura che seguisse gli standard GMP. Ora si sta prendendo in considerazione anche una scelta alternativa, diversa, che prevede cioè scelte non GMP. Si tratta di una pratica finora non autorizzata di cui non esistono tracce nella letteratura internazionale, quindi non conosciuta. Penso che serva anche per questo chiarezza tale da affiancare il laboratorio di produzione alla direzione cooperativa di tutor scientifici ed al CNT che ne certifichi la sicurezza e ne dichiari i processi di gestione del rischio clinico.
La crescita scientifica è la costante più potente nella storia della specie. Siamo appena entrati nel quadro della terza rivoluzione, una rivoluzione tecnico-scientifica che segue alla rivoluzione agricola e a quella industriale. A fronteggiarsi rimangono, nella storia dell'umanità, sempre le due grandi questioni inconcluse: la incompleta pesantezza del corpo e la compiuta leggerezza della mente. È l'antico paradigma dei filosofi greci: lo spirito che si oppone all'involucro che lo contiene, la libertà del nostro io contro le catene della materia.
Sull'idea di una natura sottratta al mutamento, vincolo assoluto ed invalicabile, la Chiesa - sottolinea Nencini - ha raffinato parte della sua dottrina. Abbandonata la fisica ed abbandonata la cosmologia, oggi il confine da difendere per la teologia è la biologia. Lo scontro è sul controllo di due punti chiave: come si nasce e come si può morire. L'unico soggetto che ha la precedenza assoluta di fronte a questi due quesiti è, a mia opinione, la scienza. La nostra Carta promuove e protegge la libertà della scienza. Il dibattito avviene sulla soglia di questo confine, se leggo e rifletto su scritti e opinioni, che lo hanno accompagnato dentro e fuori dal Parlamento.
Noi non vogliamo impedire anzi favoriremo quei familiari che intendono curare i loro figli ad ogni costo e in ogni modo. Però dobbiamo esigere strutture e metodi competenti, informazioni scientifiche corrette, verifica degli studi e, soprattutto, le chiediamo la garanzia della libertà della scienza. Ma perché la scienza sia libera - conclude Nencini - occorre che la ricerca sia finanziata, altrimenti senza finanziamento della ricerca la scienza non può essere libera"

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